Intervista Con Povia
Riporto la sintesi dell'intervista radiofonica a me concessa qualche settimana fa da Giuseppe Povia.
Siamo in collegamento con Giuseppe Povia, Ma chi è Povia?
- E’ una ragazzo che ha inseguito un sogno per 18 anni, e alla fine una porta mi si è aperta.
Quando hai capito che questa era la tua grande passione
- Da sempre da quando avevo 14 anni, poi è chiaro a 14 anni scrivi delle cose, a 30 anni ne scrivi altre. Meglio avercela fatta a 30, perché a 20 anni perdi facilmente la testa.
Il consiglio che do è quello di non inviare nastri in giro, perché non li ascolta nessuno. Io non l’ho mai fatto, ne arrivano tanti, il modo per essere notati e quello di iscriversi a vari concorsi che ci sono in giro piccoli e grandi. A me è successo cosi, dal festival di Viareggio all’accademia di sanremo, ho trovato un produttore che mi ha notato.
Tu ti ispiri a qualche artista in generale?
- A tutta la musica italiane da Carboni a Ramazzotti a Battiato, a Vasco, non ho grande cultura di musica europea. Preferisco concentrarmi sui testi penso siano più importanti in Italia.
Il tuo primo riconoscimento ufficiale è stato il premio recanati , vinto con la canzone " Mia sorella" dove hai trattato il tema della bulimia e poi il grande successo con "i bambini fanno oh", come mai hai impostato i testi delle tue canzoni su tematiche sociali, quali la bulimia appunto?
- Perché la canzone tratta di una amore fraterno, poi la bulimia e l’anoressia è una dipendenza come le altre. Io ad esempio ho avuto problemi con le droghe, ed è una altra dipendenza e penso che si possa curare tutto con la buona volontà.
Quindi il tuo messaggio che mandi attraverso la tua musica è un messaggio positivo a chi ha qualche problema del genere.
- Si il messaggio è sempre positivo, anche perché per raggiungere uno spirito danzante bisogna passare una tormenta. Il messaggio è sempre di speranza e quindi positivo.
Come hai vissuto la tua prima esperienza sanremese nonostante il primo rifiuto a partecipare come concorrente e poi la rivincita come ospite?
- Io mi sono presentato come tutti gli altri, avendo gia cantato la canzone come secondo pezzo al premio Recanati, nel dubbio l’ho presentata a Sanremo.Comunque non fai le prove non vai li due settimane prima, non hai quello stress, sicuramente sono stato avvantaggiato sia da quello che dalle immagini sul teleschermo della canzone, sicuramente una canzone come I bambini fanno oh non poteva non entrare al festival, infatti hanno trovato il modo di farla entrare.
Come è nata la canzone "i Bambini fanno oh"?
- E’ nata da un momento di depressione, un momento della mia vita molto basso, soffrivo di questa crisi dei 30 anni, che cosa devo fare da grande lascio o continuo. Mi sono messo ad osservare i bambini è ho visto che ti insegnano che il segreto della vita è non prendersi sul serio, perché se ti prendi sul serio diventi triste da solo.
I bambini fanno oh la canzone simbolo del tuo successo con il grande pubblico, si affianca ad una iniziativa importante che è la campagra pro Darfur, puoi parlarci di questo progetto?
- Infatti volevo dire che il milione di euro è stato raggiunto per la scuola ospedale è stata costruita perché l’ho vista. Io sono diventato famoso per questa beneficenza, e penso di farne altre.
Cosa ne pensi della situazione attuale nelle zone per cosi dire del "terzo Mondo"?
- Molti giornalisti mi chiedono se la musica possa aiutare la gente che non ha opportunità, io penso che è il benessere di chi la fa che la può aiutare perché sono tutti capaci a fare concerti di beneficenza poi magari non danno niente. Ne penso male perché più che dire cancella il debito dovrebbero dire cancella il reddito.
Fare qualcosa di concreto è meglio delle chiacchiere
- Si certo.
"Evviva i pazzi" il tuo primo disco ufficiale di che parla questo album?
- è una frase presa dalla canzone I bambini fanno oh, io ho tutte canzoni che parlano d’amore forse il linguaggio è originale come tematica non mi invento niente.Penso che parlando d’amore puoi arrivare al cuore della gente in modo diretto.
Nuovo singolo per Povia che anticipa tralaltro la partecipazione ufficiale questa volta come concorrente alla nuova edizione del festival di sanremo 2006, si intitola " Non è il momento" cosa vuoi raccontarci con questo pezzo?
- All’ apparenza sempra una canzone leggera pero ci sono due concetti importanti, il primo è questa ragazzo fa un sacco di corte a questa ragazza che si annoia è vero che l’importante è dare senza avere nulla in cambio, ma dare troppo è come non dare niente, il secondo è che la ragazza è affascinata dall’arte di questo ragazzo, ma i genitori e gli amici gli dicono che è un artista non è affidabile, invece la musica va rispettata e considerata un lavoro.
Lo stile ormai collaudato di Povia, è l'assenza totale di intro musicale, infatti le canzoni iniziano direttamente in voce, questa è una tua caratteristica vero?
- Grazie per la domanda sei l’unico che ha notato questa cosa, in un primo momento aveva l’intro, poi l arrangiatore ha trovato una frase di pianoforte carina, io penso che quando parti subito con la voce arrivi subito al dunque, non ricerco suoni e frasi armoniche, oggi si fa fatica ad ascoltare una canzone molto lunga.
Adesso vai a Sanremo cosa ne pensi del festival?
- Io penso che sia una vetrina importante per chi ha qualcosa da dire per chi non ha niente da dire penso sia deleterio perché rischi di cadere nell’indifferenza che è un arma letale per un artista, e rovina l’arte.
Panariello quest'anno è direttore artistico, secondo te che rapporto ha lui con la musica?
- Lui è un entusiasta e uno di quelli che ha seguito molto la musica, imita Renato Zero, io quando gli ho fatto sentire la conzone ha detto è fortissima, è una canzone che parla d’amore attraverso una metafora che sta antipatica a tutti, ma piacerà molto ai bambini. Lui è uno molto sensibile.
in base a quale criterio ha scelto le canzoni del festival?
- Se fossi in commissione sceglierei le canzoni più belle non guarderei l’artista.I big sono scelti senza una esibizione, i giovani fanno una esibizione da 50 ne scelgono alcuni.
Cosa ci dobbiamo aspettare per questa nuova edizione?
- Vi dovete aspettare una canzone molto originale che sicuramente lascerà il segno perché ho avuto coraggio ad usare quella metafora che adesso non ti dico, il mio messaggio di augurio è che qualcuno sente di tornare con la persona amata anche se si sono lasciati, che faccia lui il primo passo.
Grazie a Giuseppe Povia per la sua disponibilità
Pasquale Ferraro